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 VITRA / SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE MILANO 2008


Vitra si è impegnata per lo sviluppo e la fabbricazione di mobili d'alta qualità, creati in stretta collaborazione con designer di fama internazionale.
Attiva a livello internazionale, l'azienda lavora in collaborazione con i principali designer del mondo e la sua collezione di sedute comprende una selezione di pezzi che hanno segnato la storia dell'industrial design. Progetti diventati ormai dei classici del design contemporaneo, firmati da protagonisti internazionali come gli statunitensi Charles e Ray Eames (da oltre 50 anni è produttrice ufficiale), George Nelson, Jean Prouvé, Verner Panton, Alberto Meda, Mario Bellini, Antonio Citterio, Jasper Morrison.

Al Salone del Mobile di Milano 2008 Vitra ha presentato i seguenti nuovi prodotti e riedizioni:

Alcove Sofa, design Ronan & Erwan Bouroullec
Telaio in tubolare d'acciaio, il corpo con schienale e pannelli laterali flessibili e i cuscini imbottiti. Questi sono i tratti fondamentali, dai quali trae origine anche il nome. Il temine Alcova definisce una nicchia, ovvero una parte separata di un ambiente, che grazie a cuscini e superfici imbottite può essere utilizzata come zona appartata di seduta o di riposo. In altri termini Alcove crea un ambiente discreto e protetto, comunica un'idea speciale dello spazio ed è caratterizzata da particolari condizioni di insonorizzazione acustica. Per creare un ambiente che avesse caratteristiche simili, i fratelli Bouroullec hanno rialzato lo schienale e i pannelli laterali, in modo che i relativi cuscini, fuoriuscendo da essi creino uno spazio separato all'interno dell'ambiente. In Alcove Highback Sofa lo schienale e i pannelli laterali sono stati rialzati maggiormente, in modo da sovrastare il capo di chi vi sta seduto. In tal modo si crea un luogo assolutamente privato e perfetto per essere isolati acusticamente e visivamente dall'ambiente circostante, che si tratti dell'ufficio, di una lobby o di un grande appartamento.

Alcove Love Seat, design Ronan & Erwan Bouroullec
I divani della famiglia Alcove creano ambienti privati e come forma di "ambiente nell'ambiente" essi creano un mondo tutto speciale di colori, comfort e tranquillità. Alcove Love Seat – un mobile dalle dimensioni intermedie fra una comoda poltrona e un divano a due posti – offre tutti questi vantaggi su una superficie limitata, sfruttando appieno anche le caratteristiche dei pannelli flessibili e sottili, che contribuiscono a creare il massimo spazio utile, tipico dei divani della serie Alcove, nonostante le loro dimensioni compatte. Il nome "love seat" è un termine anglo-americano che, nella tradizione d'oltremare, descrive un divanetto a due posti. Da un punto di vista costruttivo e di design, Alcove Love Seat è stato ideato per essere utilizzato da una o due persone. Chi è alla ricerca della massima riservatezza sceglierà Alcove Love Seat Highback. Infatti, grazie ai pannelli laterali e posteriori rialzati, questo mobile garantisce davvero un livello di privacy unico.

C1, design Verner Panton
Nella carriera di questo designer, impegnato a livello internazionale, un ruolo decisivo spetta alla collaborazione iniziata nel 1958 con la ditta Plus-linje. Per quest'azienda danese, egli ha progettato una ricca collezione di mobili che si distingue da una parte per il suo carattere stravagante nelle forme e quindi nell'aspetto, e dall'altra, per l'utilizzo di materiali inediti in questo campo come cavi d'acciaio, vetro acrilico o pellicole in plastica. La peculiarità principale dei mobili della Plus-linje è rappresentata dall'utilizzo di forme geometriche essenziali. La poltrona C1, progettata nel 1959, faceva originariamente parte della collezione Plus-linje. Per questo modello, Panton si rifà alla forma sferica. Il guscio che forma la superficie di seduta del modello, è rivestito in tessuto e imbottito internamente. Per fornire un comodo sostegno anche a schiena e braccia, Panton ha leggermente ribaltato la scocca, fissata in modo da risultare girevole e montandola su un telaio estremamente semplice. Esso è infatti costituito da un tubo verticale in acciaio e dalla struttura a crociera in acciaio inox con piedini di sostegno, già impiegata per altri modelli della collezione Plus-linjie. Il modello C1 è concepito per risultare leggero e maneggevole: una poltrona che ben si sposa con molti interni proprio in virtù delle sue forme nette e che risulta sempre di grande effetto anche in hall, sale riunioni o camere d'hotel.

Basel Chair, design Jasper Morrison
A un primo sguardo sembra una di quelle semplici, classiche sedie in legno, che si vedono in Europa già da molti decenni. Osservandola più attentamente, si nota, tuttavia, che questo modello presenta caratteristiche insolite: sia la seduta che lo schienale sono in plastica colorata e di spessore molto più ridotto rispetto a quanto sarebbe normalmente possibile con una sedia dalla struttura in legno. Grazie a questo materiale molto flessibile, Basel Chair offre un comfort di seduta notevolmente maggiore rispetto ad altre sedie. Ad aumentarne il grado di comodità contribuisce anche la superficie di plastica leggermente lavorata e quindi non scivolosa, come invece accade frequentemente con le sedie laccate. Degni di nota, sono anche i molti dettagli messi a punto da Morrison per armonizzare gli elementi in plastica con il telaio in legno. La sottile superficie di seduta è fissata all'anello portante in legno senza alcuna vite, grazie a una struttura a innesto perfettamente dimensionata, mentre lo schienale presenta due aree verticali in cui il materiale è più spesso, che fungono da traverse e vengono inserite nella scanalatura fresata su misura sui prolungamenti delle gambe posteriori della sedia. Si tratta di soluzioni che anche dal punto di vista ambientale e del riciclaggio dei materiali fanno di questa sedia così ben proporzionata un progetto speciale pur nella sua dichiarata e pretesa normalità.

Rotterdam Chair, design Hella Jongerius
Nella sua opera Jongerius cerca spesso dei punti di contatto con la storia del design e nel suo caso sono riscontrabili nelle specifiche tradizioni del suo paese natio, l'Olanda. Attraverso le forme come anche attraverso una scelta attenta dei materiali e dei colori riesce da un lato a risvegliare dei processi di associazione e, dall'altro, a creare un' atmosfera, che sembra emanare direttamente dalle sue opere. Con questa sedia presenta la sua interpretazione della classica e robusta sedia in legno, impilabile fino ad un massimo di tre unità, concepita come una sorta di seduta standard, che trasmette fin dal primo sguardo un senso di solidità e comfort. Rotterdam Chair si basa sulla combinazione riuscita della struttura in legno massello e parti in compensato, che si integrano in maniera organica. In tal senso, essa si inserisce nella tradizione dei modelli ben noti di sedie in legno con intelaiatura incrociata sotto la seduta. La leggera rastrematura delle gambe anteriori della sedia e la curva tra quelle posteriori e la struttura dello schienale, conferiscono all'insieme un aspetto leggero e dinamico, mentre le giunture perfette dei vari componenti rinviano all'accuratezza del processo produttivo. L'impiego di un inserto in plastica, colorato e traslucido, sul bordo posteriore della seduta arricchisce la struttura con un accento di colore e, al tempo stesso, evidenzia la deformazione tridimensionale tipica del compensato. Dello stesso materiale della seduta sono anche i pattini, appositamente concepiti per essa, che sembra letteralmente fluttuare sul pavimento. La sedia è inoltre disponibile con inserti laccati o in versione con inserti imbottiti, che quasi la trasformano in un collage di materiali e colori: è il classico approccio di Jongerius con le forme. Al tempo stesso si tratta di una caratteristica fondamentale che permea tutto il linguaggio del design di sua produzione.

Slow Chair & Ottoman, design Ronan & Erwan Bouroullec
Per l'invitante mobile lounge, che per tipo e forma ricorda la famosa Womb Chair di Eero Saarinen ed i suoi precursori, come Flag Halyard Lounge Chair di Hans J. Wegeners, i fratelli Bouroullec utilizzano un tessuto in maglia estremamente resistente, che come una calza, viene infilato sulla seduta, costituita da una semplice struttura in tubolare d'acciaio. Questa da forma al sedile, al quale è fissato un arco – anch'esso in tubolare d'acciaio – capace di grandi oscillazioni e che definisce a sua volta il profilo dei braccioli, dello schienale e delle quattro gambe in pressofusione di alluminio. Per raccordare il materiale tessile con la costruzione in tubolare d'acciaio, i margini del tessuto sono finiti a maglia più fitta, tanto da rendere completamente invisibile il tubolare sottostante. Il rivestimento in tessuto dona alla seduta un aspetto confortevole. Un leggero cuscino per il sedile e due piccoli cuscini per lo schienale, garantiscono una posizione di seduta comoda ed ergonomica. L'utilizzo del tessuto in maglia sottile e trasparente fa sì che questo mobile dalle dimensioni ampie abbia un effetto ottico e fisico di leggerezza. Slow Chair è pertanto facile da trasportare ed è inoltre adatta come seduta lounge per impieghi outdoor temporanei. Lo Slow Chair Ottoman, lievemente arrotondato e concavo, è un po' più basso della poltrona. Il telaio simmetrico realizzato in tubolare d'acciaio è di forma rettangolare con bordi stondati ed un design che presenta linee leggermente ricurve verso l'esterno. La struttura poggia su due coppie di gambe montate lungo i lati più corti della poltrona e realizzate in pressofusione di alluminio. Come la poltrona, anche l'ottomana ha un rivestimento in tessuto di maglia tensionato sulla struttura.

Soft Shell Sofa, design Ronan & Erwan Bouroullec
Durante la fase progettuale due aspetti sono stati fondamentali, secondo quanto affermano i fratelli Bouroullec: "da un lato il confort offerto, dall'altro la funzione sociale del divano." Il divano si compone di tre elementi fondamentali: il telaio in acciaio tubolare, il corpo centrale con il piano di fondo e pannelli laterali e posteriori, e le generose imbottiture ed i cuscini per il sedile, lo schienale e i braccioli, che danno al mobile un livello di comfort eccezionalmente elevato. I pannelli posteriori e laterali, leggermente inclinati verso l'esterno, devono la loro flessibilità all'impiego di molle in acciaio unite da fasce elastiche integrate all'interno della struttura. Esse creano una sorta di cesto che accoglie generosamente le imbottiture e grazie alla sua flessibilità rende questo elemento di seduta ancora più confortevole. Il diametro sottile della struttura consente uno sfruttamento ottimale dello spazio disponibile. Per il loro sofà, che si riallaccia all'estetica dei classici moderni – si pensi a certi mobili di seduta di Le Corbusier –, i Fratelli Bouroullec hanno previsto due varianti. Soft Shell Sofa, con pannelli posteriori leggermente rialzati e con piano di seduta, schienale e braccioli fissi, per rispondere all'esigenza di maggiore formalismo. Low Soft Shell Sofa è invece dotato di pannelli posteriori e morbidi cuscini imbottiti, per sottolineare maggiormente l'aspetto della comodità e del comfort.

Algue, design Ronan & Erwan Bouroullec
Forme che ricordano elementi vegetali sono state scelte per questa realizzazione esile, flessibile e molto resistente in materia plastica. Algue è un elemento decorativo unico e dal carattere poetico. Le possibilità di utilizzo pratico vanno dal suo impiego come morbido tessuto, utilizzabile come traliccio per le piante o come tendina leggera o, ancora, come divisorio per ambienti simile ad una siepe spessa ed impenetrabile, se sovrapposta a più strati. Esso chiama in causa la creatività di chi la utilizzerà e, nonostante si tratti di un modulo standard prodotto in serie, lascia ampio spazio a soluzioni individuali e personalizzate, che consente di giocare con gli effetti di luce.

The Worker Sofa, design Hella Jongerius
Jongerius ha concepito questo prodotto primariamente come mobile dedicato alla comunicazione. Il divano a due posti, formalmente quasi un'estensione della poltrona che porta lo stesso nome, grazie alle sue dimensioni compatte è ideale per inserirsi in ambienti come la cucina, un giardinetto coperto o la sala lettura. Per il suo comfort di seduta, le sue lavorazioni di pregio e gli accurati dettagli, The Worker Sofa è adatto anche per ambienti living come salotti e lobby.

The Worker, design Hella Jongerius
"La forma segue l'istinto": con questo motto, che si ispira a quello del Movimento Moderno ("la forma segue la funzione") Jongerius descrive il suo credo artistico. Obiettivo centrale della sua opera è infrangere la severa divisione fra produzione di serie e produzione manuale di oggetti unici. Anche il suo progetto più recente per Vitra Home Collection, la poltrona The Worker, assume fascino grazie all'interazione fra elementi differenti, al tempo stesso marcatamente artigianali e tecnologici. L'aspetto rustico-artigianale della poltrona si manifesta già attraverso le forme estremamente compatte delle imbottiture ed il telaio a vista, che con i suoi spessi particolari in legno di rovere squadrato che ricordano le costruzioni con travature a traliccio. Modernità e tecnologia contemporanea si riflettono invece nella complessità delle forme dei braccioli in legno - realizzati con il centro di lavorazione a CNC - e nelle staffe in alluminio laccato, che li ancorano saldamente allo schienale. Per questo elemento di seduta Jongerius ha messo a punto una composizione di diversi tessuti, in varie combinazioni di colori. Il cuscino dello schienale è valorizzato da inserti laterali in pelle, che culminano in una pratica linguetta nella parte superiore e sono impreziositi da due bottoni applicati al cuscino.
Parlando dell'inspirazione che l'ha portata a sviluppare questa insolita, ma simpatica ed accattivante seduta, la designer afferma: "Sono affascinata dai mobili in legno massello e dalle lavorazioni artigianali prodotte dalla falegnameria. Questi oggetti racchiudono in sé la memoria collettiva dei popoli. Il legno infonde sicurezza, è sinonimo di schiettezza, trasmette il confort che si prova nell'essere a casa e ci invita a ritmi di vita più a misura d'uomo. Per molto tempo lavorare questo materiale non è stato di moda o d'attualità. Ma perché l'innovazione deve essere sempre sinonimo di plastica e high-tech? Ho cercato di operare come un moderno falegname, con l'obiettivo di creare una seduta confortevole, grande quanto basta ad abbracciare il corpo ed al tempo stesso compatta. Per sottolineare la bellezza del legno, parte della struttura che costituisce lo schienale è stata lasciata a vista. La parte frontale è invece interamente imbottita e rivestita e sembra lasciarsi scivolare nella struttura in legno. Alcuni dei tessuti ricordano le tute da lavoro, rese vivaci dai colori allegri di comodi cuscini, ideati per dare sostegno alla parte bassa della schiena. I braccioli sono in legno levigato, quasi fosse stato per anni accarezzato dalle acque di un fiume. Contrariamente a quanto potrebbe apparire, essi sono il risultato di un metodo di produzione ad alto contenuto tecnologico".

Polder Sofa, design Hella Jongerius
Questo prodotto segna l'inizio di un'intensa attività di collaborazione fra la designer e Vitra. Il suo nome ricorda la fonte di ispirazione della designer. Nei Paesi Bassi il termine Polder viene infatti utilizzato per indicare le terre artificialmente sottratte al mare grazie a grandi opere di canalizzazione delle acque. Il divano si presenta come un cuscino d'erba piatto ed allungato, fluttuante sull'acqua. La piattaforma ribassata del divano accoglie quattro voluminosi cuscini di dimensioni marcatamente diverse, che creano la superficie di seduta e lo schienale del divano. Una delle estremità asimmetriche del corpo del divano termina con un bracciolo, mentre l'altra finisce con un piano di appoggio, che può essere utilizzato per contenere un cuscino amovibile ed offre spazio per riporre libri e riviste oppure può trasformarsi in un tavolino di appoggio. Il corpo e i cuscini imbottiti sono rivestiti da tessuti in diversi colori accuratamente abbinati. Grazie a questo gioco di colori e tessuti che sottolineano l'asimmetria del divano Jongerius ha elaborato cinque diverse varianti. In Polder Sofa XS, versione in pelle, la varietà e la qualità dei tessuti è stata trasposta invece sulle impunture colorate e sui bottoni decorativi. Fra i segni caratteristici che contraddistinguono Polder Sofa troviamo i bottoni, volutamente vistosi, realizzati in vari materiali naturali. Applicati con un filato tecnico sui cuscini imbottiti, essi fanno di ogni divano un pezzo unico.

Park Sofa, design Jasper Morrison
La famiglia di mobili progettata include, oltre ai divani Park Sofa a due o tre posti, anche Park Armchair e Park Swivel Armchair (la versione girevole). Gli elementi che compongono la Park Family si inseriscono in un linguaggio fatto di forme cubiche e linee chiare e sempre attuali, nella tradizione dei mobili imbottiti classici. Classico è anche il principio costruttivo alla base di questi mobili: la combinazione di una struttura solida e morbide imbottiture garantiscono un confort ottimale, indipendentemente dalla posizione assunta. Grazie al loro aspetto formale, elegante e al tempo stesso sobrio, gli elementi di Park Family, disponibili in tante tonalità di colore e varianti di rivestimenti (in tessuto e pelle), questi mobili si inseriscono in qualsiasi ambiente con notevole versatilità.

Wiggle Stool, design Frank Gehry
Negli anni 1969-1973 Frank Gehry progettò "Easy Edges", una ricca collezione di mobili, sedute e tavoli, che mise alla prova l'ideoneità del cartone, come materiale a basso costo, ma al tempo stesso "insolito" per la produzione di mobili. Wiggle Stool – il più piccolo dei mobili in cartone disegnato da Gehry – è una novità assoluta Vitra. Per dimensioni e profilo esso ricorda uno sgabello africano e può essere utilizzato in modo versatile e come simpatico complemento per l'arredamento d'interni.

Garden Egg, design Peter Ghyczy
Questo prodotto era stato inizialmente progettato come seduta outodoor da giardino, all'epoca in cui Ghyczy lavorava presso un produttore di materie plastiche a Lemförde. In qualità di direttore dell'area design, fra i suoi compiti vi era anche quello di verificare se vi fossero campi di applicazione idonei per materiali che, all'epoca, apparivano nuovi e promettenti. In questo contesto nacque il leggendario e oramai noto Garden Egg. Come indica già il nome della seduta, si tratta di un oggetto dalla forma di uovo a superficie piatta nella parte inferiore e dotato di un coperchio richiudibile. Quando è aperta la parte mobile crea lo schienale. Al suo interno morbide imbottiture garantiscono il massimo confort. La scocca completamente chiusa consente una permanenza all'aperto anche in giornate piovose.

Ribbon Chair, design Pierre Paulin
Incoraggiato dall'atmosfera entusiasta e progressista degli anni '60, lo scultore Paulin aveva progettato questa sedia. Le forme morbide e fluide, i colori e gli effetti quasi psichedelici realizzati da Jack Lenor Larsen hanno una connotazione futurista. Il telaio in metallo, interamente rivestito da schiuma poliuretanica e tessuto estensibile, è l'elemento di raccordo fra sedile, schienale e braccioli ed è sostenuto da uno zoccolo laccato in legno compresso. Da un punto di vista tecnologico, quella che per l'epoca era una produzione innovativa con un materiale – la schiuma poliuretanica – a costi accessibili, favorì lo sviluppo di Ribbon Chair. Inoltre i nuovi materiali flessibili ed elastici consentivano di ottenere risultati uniformi anche su volumi plastici senza creare pieghe e corrugamenti del tessuto che avrebbero richiesto costose riprese sartoriali. La forma organica e leggermente molleggiata consente al suo utilizzatore di assumere molteplici posizioni di seduta nel massimo comfort.

Stools, design Charles & Ray Eames
La società Time Inc. aveva conferito a Charles e Ray Eames l'incarico di realizzare tre Lobby nel Time & Life Building del Rockefeller Center di New York. Oltre alla completa ristrutturazione degli interni, nell'ambito di questo progetto di ampio respiro furono progettate anche una serie di sgabelli in massello di noce. Gli Stools – sgabelli in legno tornito – che secondo i desideri di Ray Eames avrebbero dovuto fungere anche da tavolini d'appoggio, si distinguono per il loro differente profilo. Raggruppati a formare una composizione essi esprimono al meglio il loro carattere scultoreo e decorativo. Fonte d'ispirazione per la realizzazione di questi elementi era stato uno sgabello di origine africana rappresentato in una serie di fotografie del salotto di casa Eames scattate da Monique Jacot nel 1959.

Lounge Chair & Ottoman, design Charles & Ray Eames
Uno dei grandi classici del 20° secolo reinterpretato. A metà degli anni '50, Charles e Ray Eames avevano concepito Lounge Chair & Ottoman come una versione contemporanea della tradizionale Club Chair inglese. I due designer avevano scelto rivestimenti in pelle nera, impiallacciato in palissandro scuro e particolari in metallo con laccatura nera. In questa edizione classica diveniva un'icona del design. A partire dagli anni '50 la sedia venne prodotta però anche in altre versioni. Per le Showrooms gli Eames avevano modificato il loro progetto prevedendo anche dei rivestimenti in tessuto. La versione in pelle bianca è sempre stata molto richiesta, ma dato che tutti gli altri elementi costitutivi della seduta continuavano a rimanere nelle colorazioni originarie scure, questa variante è stata prodotta solo occasionalmente in versione speciale. In collaborazione con l'Eames Office, attualmente Vitra si sta dedicando con particolare attenzione alla realizzazione di una Lounge Chair dalle tinte chiare. Invece del bianco tradizionale si è preferito optare per rivestimenti in pelle bianca con una sfumatura di colore tendente al grigio e che meglio si confà al carattere di questo modello.

Plywood Elephant, design Charles & Ray Eames
Per i collezionisti, il Vitra Design Museum presenta questa nuova miniatura, in scala 1:6 ed è realizzata in acero naturale. Nel 1945 ne furono realizzati soltanto due prototipi, che subito dopo la produzione furono esposti ad una mostra tenutasi presso il Museum of Modern Art New York. Oggi è nota soltanto l'esistenza di uno dei due Plywood Elephant, ancora in possesso della famiglia Eames.

Eames House Bird
Charles e Ray Eames hanno arricchito il Collage della loro casa (Eames House) con un'infinità di oggetti provenienti da tutto il mondo. Al centro del pavimento della zona living campeggia – oramai da oltre 50 anni – la figura di un uccello in legno nero: si tratta di un ricordo di viaggio dell'arte popolare sudamericana, particolarmente cara a Charles e Ray e che spesso compare anche nelle loro fotografie dell'epoca. L'animale è originario delle regioni montuose dei monti Appalachi del nord-est degli Stati Uniti. In collaborazione con la famiglia Eames Vitra riproduce ora in serie quest'oggetto in versione fedele all'originale.

Modulor, design Le Corbusier
Esso è il tentativo moderno più significativo di creare un sistema di misurazione basato sulle proporzioni del corpo umano. Ancor oggi il libro "Modulor" di Le Corbusier è considerato un'opera classica nella storia dell'archittettura moderna. Le Corbusier aveva fatto realizzare soltanto pochi esemplari del suo modulo, utilizzati durante la realizzazione dei suoi progetti. Basandosi su un esemplare d'epoca, messo a disposizione dalla Fondazione Le Corbusier, il Vitra Design Museum ha messo a punto una nuova edizione di Modulor: un regalo perfetto per tutti gli appassionati di architettura.


 Ulteriori informazioni sui prodotti delle passate stagioni in SIdMM 2007  


Vitra
Klünenfeldstrasse 22
CH-4127 Birsfelden
Tel +4161 3770000
Fax +4161 3771510
www.vitra.com
 
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ha collaborato:
Nicola Mela




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