CERCA IN IDEAMAGAZINE.NET

 

 AUTOPRODURSI
 Intervista a Gian Franco Coltella


Siamo giovani, un po' l'abbiamo vissuto, molto ce l'hanno raccontato...
Qualche anno fa, correvano i mitici anni '80, per i designer tutto appariva più facile. Con la cartella di disegni sotto il braccio era sufficiente - o quasi - andare al Salone del Mobile di Milano ed un'azienda, seppur piccola, disposta a produrre i nostri sogni non era difficile da trovare.
Oggi è tutto più complicato: un mercato sempre più saturo, una concorrenza crescente, la riduzione dei consumi, hanno limitato grandemente le possibilità dei giovani designer. Così molti tra loro passano dalla strada dell'autoproduzione - illustri sono in tal senso i precedenti; citiamo fra tutti Ron Arad, Javier Mariscal, Günter Horntrich di Yellow Design. Da qui l'idea di un'intervista a Gian Franco Coltella, uno fra i più affermati giovani designer italiani che ha fondato la sua "fortuna" proprio sull'autoproduzione nell'intento di tracciare insieme a lui alcuni possibili scenari di azione per progettisti che si stanno accingendo ad intraprendere le difficili strade della professione.


Gian Franco Coltella: qualche cenno auto-biografico...
Ho il diploma di scuola d'arte e quello della Scuola Politecnica di Design di Milano (prima scuola di design in Italia fondata nel 1954). Due docenti su tutti mi hanno fortemente influenzato: Bruno Munari e Attilio Marcolli. Ho lavorato poi come designer a Milano per sette anni presso studi professionali quali Gregotti Associati; De Pas, D'Urbino, Lomazzi; Olivetti; King & Miranda. Ho insegnato per sette anni all'Istituto Europeo di Design di Torino le materie Basic Design e Colore (vedi Munari e Marcolli). Ho iniziato l'autoproduzione Le Meduse, lampade o pezzi unici in vetro recuperato.

Il problema più grande per i designer che scelgono la strada dell'autoproduzione è sicuramente quello di trovare sbocchi di mercato per il proprio lavoro. Quali strategie hai adottato in merito?
Gli sbocchi di mercato non sono semplici a trovarsi, ma, fortunatamente, nel mio caso, producendo un prodotto di fascia alta o medio alta, il mercato si amplia in modo progressivo. Il mio prodotto non segue regole di marketing ma si pone come unico obiettivo, per quanto possibile, di non avere simili, e questa probabilmente è la sua forza.

Quanto è importante per la commercializzazione dei tuoi prodotti la valenza ecologica?
Il fatto che il prodotto sia migliorativo in chiave ambientale interessa mediamente poco il consumatore che acquista in maniera istintiva. Molto maggiore è la presa sui mass media che pubblicano volentieri oggetti legati a questa tendenza ecologica, creando così un positivo ritorno di immagine e vendita.

Quali consiglio daresti ai designer che scelgono la strada dell'autoproduzione?
Consiglio ciò che il faccio, e cioè progettare e realizzare cose semplici, cercando di fondere l'arte con il design, ma anche con la tecnologia e la scienza, e, perché no, con la filosofia e le religioni...
La materia oggi per me è il vetro, ma potrebbe benissimo essere un'altra. Semplificare i concetti per arrivare alla sintesi, questo è importante. E fondere, non mescolare, questo è quello che, da sempre, cerco di fare.


Le Meduse
Via Mortara 26 - 12037 - Saluzzo - Cuneo - Italia
Tel. / Fax +39/0175249236
lemeduse@tin.it
Testo:
Giuseppe Lotti

I.
II.
III.
IV.
V.
VI.

ha collaborato:
M.Angeles Fernández Alvarez
Elena Granchi
Sonia Morini




TOP