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 DISABITARE. DOROTHY GRAY AL MUSEO DELL'ARREDO CONTEMPORANEO


Su iniziativa di Raffaello Biagetti è sorto nel territorio di Russi il Museo dell'Arredo Contemporaneo, contenente una collezione di design e arredamento d'interni tra le più importanti in Europa.

Nella seconda metà degli anni Ottanta una commissione d'esperti, tra cui Giovanni Klaus Koenig, Giuseppe Chigiotti e Filippo Alison, ha selezionato 150 pezzi d'arredo che hanno costituito una prima esposizione permanente sulla storia del design e dell'arredo dal 1880 al 1980.

Successivamente tale esposizione, grazie alla buona scenografia e all'impianto esplicativo e didattico – a cura di Piero Castiglioni –, si è trasformata in un museo che, diviso per sezioni, raffigura alcuni periodi storici, movimenti e grandi personaggi.

Dal 23 aprile al 21 maggio 2006 segnaliamo la presenza dell'intrigante mostra Disabitare realizzata da Dorothy Gray, un gruppo di giovani designer – Matteo Pini,Giovanni Delvecchio, Simone Cannolicchio, Matteo Manenti, Federico Santolini – vincitori del premio del pubblico al Salone Satellite di Milano 2005.

Un tavolo con un vero orto in mezzo, una sedia che gioca con la propria ombra, un cassetto che più lo guardi più si trasforma sotto i tuoi occhi in una strana creatura senza che nulla in esso sia mutato.

Basando il loro stile principalmente su una poetica del disturbo, sono inclini alla creazione di oggetti che diventano veri maestri di cerimonia, con cui interagire e talvolta, perché no, bisticciare; come con le lampade Non Gioco Più, nelle quali tre interruttori costringono a cercare la combinazione giusta, sempre diversa, ad ogni attenzione.

Anche nel caso della teiera Siamese Dream è la moltiplicazione di una parte a creare lo scompenso: il doppio beccuccio obbliga a riempire due tazze per volta, enfatizzando la convivialità del rito del tè.

Il signor John Cage, dispettoso porta cd dodecafonico, si diverte invece a nascondere i dischi, e si ha una fruizione casuale e ciclica della collezione.

"Per rendere speciale Cotidie Moritur, abbiamo deciso di darle una vita, e per farlo abbiamo deciso di condannarla a morte: parte della struttura è in legno non trattato, un invito per i tarli, che rodendola da dentro la ridurranno in polvere" così i suoi stessi progettisti descrivono la poltroncina che unisce richiami allo stile Luigi XV ad una struttura estrusa tipica della produzione attuale.

9999, l'altra sedia della collezione, porta il segno degli anni che passano attraverso un contatore che scatta ad ogni seduta. Il tavolino coordinato altro non è che la base ribaltata della sedia stessa.

Altri esempi di come Dorothy Gray unisca al concept una coerenza progettuale che le permette di ottenere prodotti interessanti esteticamente e mai banali sono i prototipi Biancaneve n.19 – un letto per consumare il nutrimento dell'uomo –, Burton – il ready made –, Flatlandia – nuovi percorsi formali nella tecnica ad uncinetto –, il vaso Hikikomori , il sistema Una chiave nel cassetto, Mail boulevard – il contenitore di messaggi cartacei –, il tavolo Marcellino, la composizione Marcello e Musette, Pandemio – l'accoppiamento di due paralumi standard in una struttura a piantana che crea una nuova fonte luminosa –, i centrini con l'ombra Chang e Read, la mattonella-spremiagrumi Sanguinella, Sativa – il tavolo in legno con una struttura studiata per ospitare un piccolo orto –, ed infine il porta zampirone in argento Downward spiral, presentato ad un concorso per l'azienda Ottaviani argenti.




Museo dell'Arredo Contemporaneo
s.s. S. Vitale 253, 48026 Russi (Ravenna)
Tel. 0544 419299
Fax 0544 416119
Venerdì, sabato, domenica dalle 15 alle 19
www.museoarredocontemporaneo.com

Dorothy Gray
www.dorothygray.net

a cura di: 
Federica Capoduri 
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